Ore 10, lezione di Educazione Fisica.
Marco è uno studente dell’Oberdan, con i suoi compagni lascia l’aula dove ha seguito la lezione di Matematica e procede verso la palestra al piano terreno, a due passi due dall’edificio principale.
In tre minuti è pronto per l’attività fisica. Lo stesso tempo per tornare in classe per la lezione successiva.
Chiara è una studentessa del Weil, sede distaccata al Filandone, appena dietro l’Oberdan. Anche lei con i suoi compagni lascia l’aula dove ha seguito la lezione di Inglese.
In meno di un minuto è al pianterreno. Ma qui non c’è una palestra per loro, devono andare in Via Torta.
Quindi ‘tutti in corriera’ e alle 9.30 si può iniziare con l’educazione fisica.
Ci vuole tempo anche per tornare e perciò la lezione finisce prima per essere autotrasportati di nuovo in Viale Merisio alla propria aula.
Così tutte le volte, tutte le classi del Filandone sede del Classico e del Linguistico. Centinaia di studenti. Avanti e indietro. Ore di lezione perse. Costi di trasporto inutili.
Ma tra i tanti possibili impieghi di Foro Boario non si potrebbe pensare anche ad una porzione per una palestra ad uso di questi ragazzi, delle società sportive o di altre associazioni sempre alla ricerca di spazi?
Ma quale senso ha mettere un supermercato di viti autofilettanti e idropitture vicino al più grande polo scolastico della provincia, sempre bisognoso di aree di sfogo?
Foro Boario potrebbe essere tante cose diverse, interessanti e belle. Solo l’insipienza dei nostri amministratori lo sta abbruttendo con un polo commerciale, accontentandosi di una cifra che avevano detto essere non accettabile.