Il Consiglio comunale, nella sua ultima seduta di fine novembre,e ci ha regalato il nuovo Regolamento del Servizio di refezione scolastica.
Dice la premessa del documento che
Il momento del pasto è considerato in tutte le culture un momento importante della giornata, per vari motivi, quali ad esempio la necessità di apportare al proprio organismo la quota di energia adeguata, e la valenza familiare e sociale di chi si trova attorno a una tavola per condividere, oltre al pane, anche gioie e dolori quotidiani. Inoltre, se caliamo questo momento all’interno della giornata scolastica, diviene ancora più essenziale sottolineare l’importanza, visto che anche a tavola si impara qualcosa, e visto che quanto appreso a scuola serve da spunto per un confronto con quanto succede a casa.
Bello, mi verrebbe da dire.
Peccato che gli interventi di due esponenti della maggioranza abbiano messo in buca lo spirito del documento.
Dapprima l’emendamento all’articolo 5 (Partecipazione al costo del servizio) presentato da Francesco Giussani, capogruppo leghista, che ha fatto approvare questa aggiunta:
In sede di iscrizione non avranno diritto ad usufruire del servizio gli utenti che non siano in regola con il pagamento delle quote.
Giussani non è nuovo a queste sortite, sappiamo che deve fare il duro. Con le sue marachelle occorre essere indulgenti, ma con gli altri nessuna pietà.
Non si nega che il Comune debba intervenire per recuperare i soldi di chi non paga, posto che non ci siano cause di forza maggiore. Ma farlo punendo i più piccoli è vergognoso.
Alle prime più che condivisibili rimostranze dei genitori, che mettevano in evidenza la necessità di distinguere tra la necessità che i bambini partecipino con tutti gli altri alla mensa e le inadempienze (motivate o meno) dei genitori, Giussani ha risposto: «Nessun bambino deve essere escluso dai pasti, l’obiettivo è che non bisogna creare un buco nel bilancio. Dopo sei mesi, se dalla nostra verifica risulta che realmente una famiglia non è in grado di pagare, la stessa verrà aiutata dai Servizi sociali, ma se emergerà che ha agito da furba e in modo scorretto, dovrà pagare». (EcoBG, 1° dicembre 2015)
Lanciato il sasso, nascosta la mano. Ma quel che vale e che sarà applicato, esimio consigliere Giussani, è quanto scritto sul Regolamento, non quanto riportato sui giornali per diminuirne l’effetto.
Su questo triste passaggio nessuno della maggioranza in Consiglio comunale ha preso le distanze. Nessuno. Non l’avvocato, non il medico, non l’insegnante, non l’operaio, non il pensionato. Che tristezza.
Non bastasse, anche l’assessore ai Servizi sociali Pinuccia Zoccoli Prandina ha aggiunto del suo:
Con l’introduzione dell’impossibilità di iscrivere il bambino alla frequenza della mensa per l’anno successivo alle morosità, se non sanate, si è chiesto all’Asl la possibilità di portare il pranzo da casa. L’Asl ci ha informato della non contrarietà all’alternativa del pasto da casa». (EcoBG, 26 novembre 2015)
L’assessora non trova il modo di lasciare insieme i bambini nella pausa pranzo e, contraddicendo il principio che ha appena sottoscritto, crea la stanzetta di chi mangia dalla “schisceta”, così è chiaro a tutti chi non paga. Che venga detto da un assessore ai Servizi sociali mi pare preoccupante e vorrei che la togliessero da quel ruolo perché non è compatibile.
La Giunta ha trovato il modo per far risparmiare un cifrone alla scuola San Martino al Bollone e non sa come ripianare i 439.000 Euro (accumulati negli anni della loro amministrazione) per mancati pagamenti, se non prendendosela con dei bimbetti?
Pezzoni non è un eroe, ma solo un timbro su decisioni miopi. Si impavonisce con la cultura che proclama, ma è piccolo nelle decisioni che assume. Non è un eroe e nessuno della sua compagnia lo è.