Giuseppe Pezzoni è stato contemporaneamente il volto rassicurante del preside dei Salesiani e la punta dell’azione leghista che, oggettivamente, con don Bosco poco si assomiglia.
Una doppia personalità ben gestita, se non fosse stato per quell’inconveniente della laurea mancante a guastare l’idillio.
La Giunta Pezzoni ha fatto quel che più creava consenso nei suoi confronti.
E certo crea consenso l’ordinanza del 25 novembre scorso “per contrastare l’accattonaggio molesto, invasivo, insistente, ostinato oppure con l’impiego di anziani, disabili o simulando disabilità”.
Non mi metto nella situazione indifendibile di buonista: chi sfrutta le persone o le infastidisce deve essere sanzionato.
Ma neppure faccio finta di non vedere che nella vicenda dell’accattonaggio ci sono sfruttatori e sfruttati e che questi ultimi non sono per nulla tutelati da una ordinanza come quella prodotta perché non distingue, non indaga, non cerca di capire e di risolvere.
Le persone, anche quelle che chiedono l’elemosina, non sono cose da far sloggiare, non sono scarti. Se il problema è esclusivamente una questione di polizia/pulizia e non c’è alcun intervento di profilo diverso, allora le persone coinvolte non sono più tali e gli amministratori rinunciano al loro ruolo.
Anche il fatto che il “denaro oggetto di sequestro dovrà essere devoluto alle Associazioni di Volontariato presenti sul territorio comunale” potrebbe creare consenso a questa ordinanza di stampo leghista.
Ma voglio sperare che le associazioni di volontariato non accettino quel denaro. Tradirebbero il loro compito per ossequio al potente di turno. Forte con i deboli, debole con i forti. Indulgente verso i propri errori, irreprensibile quando devono essere giudicati quelli degli altri.
Pezzoni ha preferito dare sfogo ai ragionamenti di “pancia” e dimenticare di affrontare le questioni nella loro complessità. La sua parte politica avrà più facilmente il consenso elettorale.
Ma lui non è l’eroe che difende i propri cittadini, ma il guardiano di un mondo chiuso.
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