Foro boario: il ricorso

Nella conferenza stampa con cui ha chiuso il suo mandato (anticipato, cosa che non è nella fisiologia, ma nella patologia di una amministrazione, sarà bene ricordarlo)  Beppe Pezzoni, da oggi ex sindaco, non ha rinunciato a una sua caratteristica: irridere chi si è opposto a una sua deliberazione o la contrasta o la critica o starnuta accidentalmente mentre viene presentata.

Così, prima di dare la stura a una autocelebrazione immemore della saggezza popolare (“chi si loda si imbroda”), ha  esordito annunciando con malcelata soddisfazione che, nonostante gli annunci,  tutti quelli che si sono opposti alla vendita dell’area di Foro boario e poi al Piano attuativo per la costruzione in loco di una struttura commerciale, non hanno presentato ricorso al Tar contro la delibera della Giunta che ha approvato il Piano. Ormai, il tempo per il ricorso è scaduto. Quindi – sorrisetto – can che abbaia non morde. E comunque non è/era un cane serio.

Sbagliato.

Giusto dieci ore prima del sorrisetto, è stato depositato all’Ufficio competente del Tribunale di Bergamo un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento – previa sua sospensione – della deliberazione della Giunta municipale n. 114 del 30 settembre scorso, quella che ha varato il Piano attuativo di Foro boario  proposto da Ossidiana srl, la società partecipata al 60% da Coop Lombardia che ha acquisito l’area. I ricorrenti, cittadini residenti facenti anche parte del Comitato quartiere Est, sollevano problemi di illegittimità dell’atto amministrativo per incompetenza dell’organo che l’ha deliberato (la Giunta) e altre ragioni elencate doviziosamente nel ricorso presentato e che non sto qui a riferire.

Preme invece dare atto a questi cittadini, che hanno avuto il sostegno  economico – grazie anche alla collaborazione di architetti e legali – da parte della nostra redazione, di non avere smesso di credere che su Foro boario non si debba abbassare la guardia. Mai. Con buona pace dell’ex sindaco Pezzoni e dei suoi sorrisetti.

2 thoughts on “Foro boario: il ricorso”

  1. Sinceramente non capisco ,prima (2012) si prendeva in giro Pezzoni perchè non trovava acquirenti per il foro Boario, ora si stà facendo una guerra perchè lo ha trovato. Il discorso del parco (parchetto visto le dimensioni) poi come mai è venuto fuori solo nel 2015? a quanto ricordo quell’area era già prevista come commerciale dal PGT varato dalla giunta precedente.
    Dopo averci fatto passare un’autostrada e la linea ad altavelocità sopra la testa come se nulla fosse, facendogli fare una deviazione assurda e , di fatto , isolando Treviglio da Caravaggio, Casirate e Calvenzano (a mio modesto avviso con il benestare di questa giunta e le due precedenti, ma so già che negherete) , ora si fa una battaglia demagogica per una spianata di terra . Ho molto rispetto per l’intelligenza di chi scrive, ma questa battaglia non riesco proprio a condividerla.
    Pierluigi

    1. Informazione erronea. Nel 2012 ci siamo opposti alla vendita di Foro boario. Se Pezzoni non trovava acquirenti era per noi solo una buona notizia per cui, su quello, nessuno ha preso in giro nessuno. Anzi ne eravamo felici.
      Non è nata nel 2015 l’idea del parco, caso mai nel 2015 si è strutturata in una proposta “visibile” e percorribile. Il fatto che quell’area non fosse tra le alienazioni (è Pezzoni ad avercela messa) significava una sola cosa: la scelta di riservarla in futuro ad un uso anche pubblico. Si chiama investimento, possibile una volta messi a disposizione e trovati i fondi di bilancio. La spianata di terra non sarebbe rimasta sempre tale. Invece questa Giunta ha venduto l’ultima grande area centrale pubblica a disposizione della città per fare cassa. Cassa. E regalarci l’ennesima centro commerciale. Una città per chi compra, non per chi ci vive. Sono scelte. Non non l’abbiamo mai condivisa. E avendo visto anche profili di illegittimità nell’atto amministrativo abbiamo sostenuto il ricorso al Capo dello Stato. Tutto qua.

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