A Pezzoni devo un favore

Conosco le regole. Chi perde ha sempre torto. Chi vince ha comunque ragione. Le scelte fatte dai cittadini con il voto non si discutono.

Ma questa faccenda di un Sindaco che ha dovuto cedere il passo al Commissario prefettizio nel dicembre 2015 (ha falsificato un documento che lo ha favorito nel lavoro e nella successiva carriera politica) e dopo sei mesi è ritornato nella Giunta cittadina come se niente fosse successo, mi ha lasciato sconcertato. E non c’entra minimamente il fatto che contestualmente sia stato Imeri a vincere le amministrative. Sono piani diversi.

Sono “balle” le accuse di cattiveria esercitata nei confronti dell’ex Sindaco. Per lui le cose sono andate oltremodo morbide, perché in un Paese normale avrebbe dovuto sparire per un bel pezzo.
Cosa è cambiato in 6 mesi? Solo del marketing ben fatto, che ha provato a riabilitarlo nell’apparenza ma che nulla ha cambiato della sostanza!

Ma devo un favore a Pezzoni. Quello di aver provocato una reazione in tante persone (anche se non nella maggioranza dei votanti). Soprattutto nei giovani, scandalizzati per un politico che prima si dimette (e non certo per una banalità come cercano di convincerci a pensare i maghi della comunicazione nostrana) e poi si riammette facendo (quasi) tutto da solo. Prima un timbro di nascosto per falsificare e poi il voto popolare per giustificare?

Ho letto l’intervento ironico di Matteo (19 anni) e il lungo pensiero di Rita (20 anni) e sentito tanti ragazzi come loro che, in forme diverse, hanno richiamato lo scandalo. Con il loro pensiero hanno impartito (da studenti) una lezione esemplare ad un (autoproclamatosi) professore e ad una città assopita. Non potevo chiedere di più.
A questi ragazzi tutti noi dobbiamo mostrare che la politica è una cosa seria e si può fare onestamente. Senza trucchi, senza sgomitare per aggiudicarsi posti con gettone nei CdA, senza mettere i piedi in testa agli altri, senza guadagnare se non in sensibilità verso i propri concittadini più deboli e nella salvaguardia di un territorio anch’esso fragile. Vale per chi è in maggioranza e per chi è in minoranza allo stesso modo.

Le regole non sono cambiate. Chi perde si accompagna al torto, chi vince ha in tasca la ragione e le scelte fatte dai cittadini non sono neanche commentabili. Ma tutti si portano sulle spalle la loro responsabilità e chi avrà scandalizzato “i piccoli” con il proprio comportamento pagherà pegno. Il tempo è galantuomo.

Quando ci si addormenta la sera non si contano le preferenze ricevute, come si fa con le pecorelle, per prendere sonno. Viene a trovarci il pensiero di aver ingannato per interesse, e averlo fatto con i giovani è oltremodo odioso. Se non si è malati, qualche effetto questo pungolo dovrà pur darlo.

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