Novità sul fronte Foro boario.
Il Comune ha depositato il ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’annullamento della sentenza del TAR di Brescia, che gli ha dato torto su tutta la linea. Anche i cittadini che hanno ricorso e vinto al TAR hanno perfezionato l’atto di costituzione in giudizio presso il Consiglio di Stato. Ma sostenendo esattamente il contrario, cioè che la sentenza del TAR di Brescia che ha mandato in soffitta il Piano attuativo ex Foro boario è ineccepibile.
Per chi non lo ricordasse, il Piano attuativo prevede la costruzione di una struttura commerciale di vendita (un brico, ma non solo) nell’area prospiciente largo Lamarmora e viale Merisio. Area che il Comune ha venduto a Ossidiana, società originariamente di Coop Lombardia, per 4,3 milioni di Euro. Vendita che sarebbe stata perfezionata solo se non fossero intervenuti intoppi creati da un qualsivoglia ricorso. Che invece c’è stato ed è arrivato al TAR e ora al Consiglio di Stato.
Per ricostruire tutta la storia, rinviamo ai precedenti articoli de «iTrevigliesi», che hanno seguito tutta la vicenda e che si sono già impegnati nel sostegno finanziario ai ricorrenti.
Ora, mentre si sta per aprire un nuova fase di crowdfunding per sostenere le spese legali del giudizio a Roma, l’aria che era rimasta stagnante per mesi è improvvisamente divenuta frizzante. Non tanto per i ricorsi al Consiglio di Stato quanto perché Ossidiana, che era rimasta muta a livello stampa ma che ha avuto abboccamenti con l’Amministrazione comunale, si è mossa ufficialmente.
A quanto è dato sapere avrebbe proposto all’Amministrazione comunale un nuovo Piano attuativo “in variante al PGT” da approvarsi in Consiglio comunale (e non in Giunta come il precedente). Esattamente quello che il ricorso vittorioso al TAR aveva sostenuto come prassi corretta.
Alcune domande d’obbligo.
Che senso ha a questo punto che il Comune abbia presentato appello presso il Consiglio di Stato contro una sentenza del TAR cui Ossidiana dice di allinearsi? Come si configura l’impegno assunto dall’Amministrazione comunale (oltre 17.000 Euro di spese legali)?
Ossidiana ritiene di aver avuto danni e subìto perdite per il fatto che non ha ancora potuto realizzare il suo progetto. Ma farebbe capire che rinuncerà ad ogni rivalsa in cambio dell’approvazione a tambur battente (risposta velocissima dell’Amministrazione; approvazione della variante urbanistica in qualche mese) del nuovo Piano attuativo “in variante al PGT”.
Ci si chiede: se tutto ciò è vero, anzi, se tutto ciò — come si dice — è scritto nero su bianco, che certezza abbiamo che l’Amministrazione assuma una decisione con serenità, pensando esclusivamente all’interesse pubblico e non anche a pararsi da rivalse economiche e da scelte che potrebbero configurarsi come danno erariale? Ricordo che c’è un accenno al danno erariale anche nella sentenza del TAR di Brescia. E che nel caso di danno erariale comprovato dalla Corte dei Conti, non pagano i cittadini attraverso il bilancio comunale, ma gli amministratori di tasca propria.
Il rigido timing imposto al Comune e altri lacci possono configurare la richiesta perentoria di Ossidiana — e sarebbe la seconda volta — come una offerta condizionata? In questo caso, partiranno di nuovo gli strali della minoranza e magari qualche segnalazione all’autorità competente?
Tutti indizi del fatto che la questione ex Foro boario potrebbe riservare nuove sorprese. Delle quali, naturalmente, vi riferiremo. A cominciare dalla conferma di un particolare del nuovo Piano presentato da Ossidiana che prevede — stento a crederci, ma mi dicono di crederci — la costruzione di un impianto… di distribuzione carburante.
Non è il verde della benzina senza piombo il verde di cui il Quartiere Est ha bisogno.