Il presidio FIBER: una storia di solidarietà e di lotta

Dal giorno 10 di gennaio, il giorno dopo al mancato accredito dello stipendio relativo al mese di dicembre, i dipendenti FIBER hanno deciso di iniziare un presidio allo scopo di bloccare tutte le merci in uscita dalla fabbrica, e soprattutto di impedire lo svuotamento della stessa dai macchinari destinati alla Romania. Paese questo dove la proprietà aveva intenzione di delocalizzare dopo aver dichiarato lo stato di cessata attività.

Da quel giorno, al freddo e al gelo di quest’inverno inclemente, alcuni lavoratori si alternano in turni di due ore, mettendosi in sciopero, presidiando i cancelli dove sono stati posti un paio di tende ed un camper. Così facendo si coprono le otto ore lavorative, minimizzando al massimo le assenze per sciopero pro capite, mentre i colleghi continuano a lavorare correttamente, ordinando materie prime, producendo, spedendo il prodotto finito, fatturando. Dopo le otto ore, la sera e la notte si utilizza il camper, e dato che molte dipendenti sono donne, per questo turno così scomodo, sono stati precettati mariti, fidanzati e fratelli. Il camper è stato prestato da zio Renzo, un pensionato che invece di svernare in riviera, come era solito fare, ha deciso di mostrare così la sua solidarietà. Dalla vicina Arcene e Treviglio, singoli cittadini portano torte ed altri generi di conforto.

E così, con una grande collaborazione e sforzo da parte dei lavoratori, con l’assistenza dei funzionari sindacali, con la solidarietà delle comunità e delle Amministrazioni comunali locali la fabbrica va avanti, produce e a tutt’oggi sono stati pagati tutte le pendenze e gli arretrati. E tutto questo ha fatto ottenere una piccola grande vittoria: la proprietà ha cambiato idea e dalla dichiarazione di cessata attività, per spostare la produzione all’estero, è passata alla dichiarazione di vendita, che permetterebbe alla società di continuare a vivere. E non è retorica quando Pierangela ci dice che fra colleghi non si sono mai sentiti così uniti.

A tutt’oggi non sappiamo come andrà a finire: questa è una lotta vera, in corso, come quelle che abbiamo visto in tv sopra i tetti o sopra le torri. Noi non sappiamo come finirà e quante FIBER ci saranno nel corso di questo anno. Una cosa possiamo affermare, che queste poche decine di lavoratori ci hanno mostrato qualcosa che sembrava perso nel tempo, che il lavoro va difeso, del lavoro bisogna prendersene cura, anche con due semplici quanto fondamentali atteggiamenti: la solidarietà e la lotta. Una storia di altri tempi… quanto mai attuale.

PS Ultime novità: I macchinari trasferiti all’estero sono ormai tutti rientrati: la produzione è a livelli pre–crisi. Il fatturato mensile si aggira sui valori del 2004, anno di grazia per la FIBER, quando il fatturato aveva raggiunto i 12 milioni di Euro annui. Quest’azienda si presenta dunque come una azienda sana e produttiva in attesa di un compratore.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.