Aria fresca al Gerontocomio?

Anni SereniPer definire i candidati del Comune di Treviglio al Consiglio di amministrazione della Fondazione Anni Sereni (gerontocomio) c’è stato un annunciato cambio di approccio.
I candidati dovevano presentare il loro curriculum perché la scelta andava fatta per competenza. Bene.
Fuori i partiti dalla scelta, perché non si deve lottizzare. Benissimo.
Immagino sia stata fatta una griglia confrontando formazione, esperienze, competenze dei candidati e alla fine scelto i migliori. Se è stato fatto così, ottimo.

Alla fine l’amministrazione Pezzoni ha scelto Luigi Minuti, Oreste Risi, Roberta Papini.
Ma…

Ma se uno fa già il consigliere comunale non è il caso che stia concentrato su quello?

Il fatto che il nostro Sindaco faccia molte cose insieme (Sindaco di Treviglio, dirigente ai Salesiani, presidente della Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore, consigliere nel CdA di Aqualis SpA) non è una giustificazione per tutti.

Luigi Minuti è stato Sindaco per tre mandati, consigliere comunale “da sempre”, consigliere provinciale per tre mandati, presidente di COGEIDE per 11 anni, consigliere alla fondazione Istituti Educativi per tre mandati… è proprio necessario che ci sia anche la Fondazione Anni Sereni nel curriculum? Non discuto la sua esperienza, la capacità di lavoro, la disponibilità…ma che senso ha fare due cose insieme?

Oreste Risi è consigliere di maggioranza e fa il medico. Non discuto il suo contributo anche professionale… ma anche qui: che senso ha?

Delle due l’una: o il ruolo di consigliere comunale è poco impegnativo e allora sarebbe opportuno un maggiore impegno perché i problemi non mancano, oppure il ruolo è impegnativo ed allora non è il caso in disperdersi in cose diverse.

Ma se non si crea mai lo spazio perché i giovani possano presentarsi a questi appuntamenti (magari accompagnati da chi ha più esperienza, ma non da loro compressi) quando “facciamo il giro”?

Non si tratta di rottamare qualcuno, ma di accompagnare tranquillamente il cambio generazionale, evitando la concentrazione e il concatenamento degli incarichi, perché non ha senso.
Perché queste persone non si mettono al servizio di chi deve crescere, anziché occupare sempre i posti in prima fila in ogni dove?

Non conosco Roberta Papini e il suo curriculum non è noto. Ma se le logiche sono quelle che hanno guidato le scelte precedenti, il metodo nuovo, annunciato come innovativo e fuori dagli schemi, è rimasto sulla carta. Anzi, nei fatti è peggio del sistema precedente che, quantomeno, aveva come vantaggio che a decidere non era uno solo.

La montagna ha partorito il topolino.

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