È il titolo di un testo, edito nel 2007, in cui il presidente emerito della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, racconta ad un gruppo di giovani la sua vita, le sue idee, le motivazioni profonde del suo impegno politico e della sua fede cristiana: la Costituzione, la pace, la giustizia, la laicità, la speranza.
Alla notizia della sua morte ho apprezzato nuovamente alcuni passaggi di quel colloquio così schietto nell’usare termini quali “responsabilità”, “coerenza”, “legalità” e così ricco di speranza nel sostenere l’impegno dei giovani ad una più diffusa partecipazione sociale e politica invitando tutti a passare dalla rassegnazione alla speranza, mettendo in connessione coscienza personale e coscienza collettiva, morale e politica.
Gli storici renderanno ragione del suo operato, mettendo in evidenza luci ed ombre, incomprensioni, polemiche e amarezze. Io intendo solo condividere alcuni spunti, a mio parere significativi, relativi alla sua presenza politica così interessante ancora oggi.
- Innanzitutto la ricchezza della sua umanità, che lasciava trasparire un patrimonio formativo (era socio dell’Azione Cattolica) che aveva permesso a generazioni di maturare un orientamento sociale.
- L’attenzione a non separare lo sforzo nell’essere un buon cristiano, dall’impegno a divenire un buon cittadino invocando: “la coerenza come armonia tra i principi in cui si crede e l’azione di ogni giorno” (diceva Scalfaro).
- Il dovere di mettersi a tavolino con altri per studiare percorsi, aprire nuove strade, diventare competenti, capaci di assumersi responsabilità, di maturare una cultura della partecipazione, di fare bene il bene.
- La sua idea così moderna di “laicità dello Stato”, intesa con la grande libertà di chi sa di essere al servizio di tutti i cittadini, ai quali deve garantire pari dignità.
- Il richiamo continuo allo studio della Costituzione nei suoi principi, nei suoi istituti e nelle sue applicazioni. Vedeva nella Costituzione una proposta ancora attuale di convivenza ispirata ad un’etica fondata sulla persona, sul suo essere in relazione, sull’obiettivo di conseguire livelli alti di umanizzazione.
Da molti Italiani, Scalfaro è stato spesso definito “uomo di un altro tempo”… Io penso di accogliere il pensiero di molti amici nel ringraziare questo “uomo di un altro tempo” e nell’ammettere di avere ancora tanto bisogno di personalità così ricche, che invitino tutti giovani e adulti a “non arrendersi mai”.