Treviglio fa un passo indietro sulla strada della pari opportunità

Il sindaco Pezzoni non ha accolto la proposta che il Consiglio delle Donne ha avanzato di reintrodurre all’art.1.8 dello Statuto comunale la norma che prevede “la partecipazione di almeno un terzo per ciascun sesso nella Giunta e negli Organi collegiali, nonché negli Enti, Aziende e Istituzioni dipendenti”.

La quota non è un limite, ma ancor oggi uno strumento necessario per aumentare la rappresentanza delle donne in Giunta e nei consigli di amministrazione. Treviglio nel 1994 aveva anticipato i tempi, introducendo una garanzia. Oggi, a distanza di 17 anni, il tema è ancora attuale e le direttive europee sono molto chiare a riguardo.

Il Ministro del lavoro e delle pari opportunità, Elsa Fornero, in sintonia con la strategia comunitaria per l’eguaglianza tra donne e uomini, approvata al Parlamento europeo il mese scorso, condivide la proposta di una nuova legislazione incentrata sul sistema delle quote affinché la rappresentanza femminile negli organi aziendali possa essere portata al 30% entro il 2015 e al 40% entro il 2020.

Su questo fronte, l’Italia ha approvato lo scorso luglio la legge n. 120-2011 (entrata in vigore il 12 agosto 2011) che rende obbligatorie le quote rosa in tutti gli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate.

Non comprendiamo quindi questa chiusura del Sindaco verso una proposta che arriva da donne che vivono quotidianamente sulla propria pelle cosa significa ancor oggi confrontarsi con gli uomini per concorrere ad un posto di responsabilità o visibilità. In Italia la percentuale di donne in posizioni dirigenziali si aggira attorno al 5%, a fronte del 30–40% nei Paesi del nord Europa.

Abbiamo ascoltato e condiviso alcune riflessioni riportate dal Sindaco, come condividiamo i valori contenuti nella nostra Costituzione che il Sindaco ha inserito nello Statuto all’articolo riguardante la parità di genere. L’art. 51 comma 1 della Costituzione stabilisce che la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. Come non condividere! Ma quali sono i provvedimenti che la attuano? L’eliminazione dallo Statuto comunale della quota di almeno 1/3 non è certo un provvedimento che promuove le pari opportunità, anzi va in direzione contraria. È inutile affermare principi se poi non si definiscono norme e regole che li rendano concreti e realizzabili.

Condividiamo che il fine ultimo è che siano il merito e le competenze gli strumenti più democratici e gli unici che bisognerebbe adottare per selezionare le persone, e questo vale sia che si parli di donne che di uomini, ma a tutt’oggi le donne non sono messe nelle condizioni di competere ad armi pari. A Treviglio come nel resto del Paese. Se il principio del merito fosse veramente la discriminante, la situazione non sarebbe quella che è. Da qui la necessità di una garanzia. I Paesi nordici che oggi hanno la maggiore rappresentanza femminile nelle istituzioni hanno cominciato proprio da qui.

Le consigliere comunali PD
Simona Bussini
Ariella Borghi

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.