Happy hour sulla discarica con Pirovano?

Il Presidente della Provincia, Ettore Pirovano, interrogato nel Consiglio del 5 novembre u.s. dal Partito Democratico sulla discarica di amianto di Treviglio, ha risposto di non poter esprimere il proprio parere sull’argomento in veste amministrativa,  cioè in Consiglio provinciale, perché condizionerebbe i funzionari e i tecnici chiamati a valutare il progetto, ma di poterlo fare in un comizio o in un bar.

Ebbene, il Presidente è invitato da «iTrevigliesi» a tenere questo comizio a Treviglio, in modo che tutti i residenti in questa città conoscano finalmente cosa pensa sul dissennato progetto e una volta per tutte sappiano da che parte sta il centrodestra che a Treviglio è contro,  in Regione è favorevole e in Provincia non si esprime.

Certo salverebbe solo la forma, perché la stampa riporterebbe il suo intervento e gli uffici tecnici provinciali verrebbero comunque  influenzati dalle sue posizioni personali, ma qui nella Bassa tireremmo tutti un sospiro di sollievo: finalmente un eletto dei piani alti si assume le responsabilità, anche se fuori dalle istituzioni, che ha accettato al momento di candidarsi e dice chiaro ai suoi amministrati, elettori e non, se intende stare dalla parte dei Comuni e dei cittadini o se intende sostenere il progetto della discarica.

Saremmo onorati, signor Presidente, di ospitarla. Tra comizio, happy hour e due chiacchiere potrebbe passare anche un piacevole momento in compagnia dei Trevigliesi.

È vero che, così facendo, esproprierebbe il Consiglio provinciale del suo ruolo di indirizzo, ma questo è un problema del Consiglio provinciale, che può decidere di essere al traino o coraggiosamente di deliberare un orientamento politico su di una vicenda della seconda città della Bergamasca, anche a rischio di farla  “incazzare” (proprio così si è espresso nel Consiglio del 5 novembre scorso nell’intimare ai convenuti di non costringerla a prendere posizioni in sede consiliare o amministrativa, http://videoassembleabergamo.indemo.it/).

A noi, visti i tempi che corrono, basta una sua  presa di posizione pubblica, seppur in veste di “ex parlamentare” e di “ex sindaco”, per conoscere le forze su cui possiamo contare nella difesa del nostro territorio e sapere se chi governa la Provincia è un alleato o un avversario da cui guardarci.

Certo non condividiamo la sua decisione di non decidere, Presidente, né quella di chiedere di smarcarsi al Consiglio.

A nostro avviso, non solo politicamente, ma anche eticamente, gli eletti, devono render conto delle loro decisioni e delle loro azioni ai loro amministrati, non fosse altro per consentir loro di votare con cognizione di causa alle successive elezioni.

Non possono dire “non prendiamo  posizioni politiche perché influenzeremmo i tecnici”.

A livello provinciale è dovere politico degli eletti esprimere una visione della gestione del territorio e dire chiaramente come realizzarla, è dovere dei tecnici dire se quelle scelte politiche sono compatibili con le attuali normative.

La legge dice questo ed infatti Regione e Comuni hanno espresso, confrontandosi in Consiglio, un parere politico sulla discarica di amianto, assumendosi una responsabilità politica e facendo salve le decisioni tecniche che possono anche contraddire quelle consiliari.

La sua  scelta di stare alla finestra, presidente Pirovano, non solo appare pilatesca, ma anche induce a credere che a contare non sia la politica, ma la struttura tecnica di un ente.

Forse è spaventato dalle ultime vicende regionali che hanno visto politici accusati di aver imposto illegalmente le proprie scelte ai funzionari.

Questa è patologia, Presidente, qui si tratta semplicemente di non sottrarsi a precisi impegni istituzionali di ascolto degli enti locali, e quindi dei cittadini che essi rappresentano, e di non sottovalutare le esigenze di una grande comunità territoriale della Provincia, quella della Bassa Bergamasca.

Sappiamo che in Provincia non c’è un governo tecnico.

La aspettiamo quindi a Treviglio per averne conferma da Lei, direttamente e personalmente, dal “palco” di un comizio.

La Redazione

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