La storia della biblioteca dal nome scomodo

Certe biblioteche non hanno vita facile sin dalla loro nascita. Quella che voglio raccontare è la storia di una di queste biblioteche un po’ sfortunate, una che ha avuto l’idea di sorgere in terra leghista, a Ponteranica, un paese governato da un Sindaco dalle opinioni decisamente discutibili. L’edificio, tanto tempo fa, portava un nome sulla sua parete, un nome scomodo: Peppino Impastato.

Così accadde che il Sindaco un giorno pensò che, con i nomi sugli edifici, era preferibile onorare la memoria di personaggi locali, lumbard DOC, anziché fare tutta questa pubblicità ai cosiddetti terroni.

La targa sulla parete venne così sostituita con quella di don Giancarlo Baggi, un uomo sicuramente dotato di qualità eccelse, non lo metto in dubbio, ma purtroppo anche un uomo a prova di Google (che fatica trovare informazioni su di lui!). Non come il nostro Peppino, una “star” così fastidiosa, secondo qualcuno.

Targa rimossa. Nome cambiato.

Tutti felici e contenti, con le coscienze a posto.

Fine?

No, questo è solo l’inizio della nostra storia, perché — per fortuna — non tutti, non sempre, la pensano allo stesso modo. A volte c’è qualcuno che ha il coraggio di dire:”No, non ci sto!“.

Dei ragazzi e delle ragazze si sono riuniti, dopo questi fatti, il loro nome, “Rosa bianca”, è di chi è animato da «uno spirito forte e un cuore tenero». Questa associazione ha deciso di restituire una biblioteca a Peppino Impastato, aprendone una nuova a Bergamo, nel quartiere di Colognola.

In poco tempo la voce si è diffusa tra altri ragazzi dallo spirito forte ed il progetto è decollato, un successo quasi sopra le aspettative. Ora la biblioteca è attiva e sta crescendo, ma da sola non ce la fa.

È qui che entriamo in gioco noi, che entri in gioco tu, se lo vorrai.

La biblioteca ha infatti bisogno, per sopravvivere, di lettori e di libri. Ma questi ultimi mancano.

La Rosa bianca ha così iniziato una raccolta di libri, nuovi e usati, chiedendo aiuto a tutti i paesi della provincia (e non).

La richiesta non è rimasta inascoltata a Treviglio; Anche da noi infatti c’è la possibilità di donare libri per questa causa, fare rivivere i vostri libri “morti” sugli scaffali impolverati e scrivere un lieto fine assieme.

C’è tempo fino a fine anno (all’incirca) e i punti di raccolta sono numerosi e in continua crescita. Potete portare i libri presso:

  • il Circolo ARCI, frazione Battaglie, Treviglio
  • al d. caffè e ristorante, via F.lli Galliari 6, Treviglio
  • la libreria di Treviglio, via F.lli Galliari 26, Treviglio
  • cartolibreria Rossetti Alida, via S. Agostino 28, Treviglio
  • libreria Fonte Viva, via F.lli Galliari 10, Treviglio

Questa invece è la locandina dell’iniziativa, scaricatela e diffondetela.

Quella che sembrava una brutta storia dell’orrore, tanto era assurda e sgradevole, può diventare un bell’esempio di partecipazione e di rispetto per chi ha combattuto la criminalità organizzata. Una storia a lieto fine da raccontare ai propri figli prima di dormire, ma potrà diventarlo solo con l’aiuto di tutti. Solo grazie a te.

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