Eccolo qua, il rendering dell’ex UPIM presentato in Consiglio comunale, quindi ufficiale.
Cosa dire se non che tutti i salmi finiscono in gloria?
A giudicare da facciata e piazza, il progetto così come viene realizzato lascia di stucco, perché è un ibrido.
Tutti i progetti presentati nei vent’anni dall’acquisto dell’immobile (progetto Grassi, Venezia, Pastorini, quello alla fine andato in appalto) realizzavano una ristrutturazione che si basava su una idea progettuale precisa, armonica e definita in tutte le sue parti. Poteva piacere o non piacere il singolo progetto, ma realizzava un’idea di edificio e delle sue funzioni.
Qui abbiamo invece il risultato (brutto, a mio avviso, e senza nessuna anima) del “tolgo questo e ci metto quest’altro”. Variante: “Visto che ci metto questo, cambio quest’altro”.
Perché l’imperativo per questa Amministrazione era ed è cambiare, comunque, perché “noi non siamo quelli di prima”. Si vede, si vede: non datecene altre prove, per carità.
Per essere il cuore della città, questo ex UPIM mi sembra infartuato.