Uscita di SABB da TEAM

carotaggi-ex-cava-vailataIl Comune di Treviglio ha sollecitato i Comuni soci di SABB a deliberare l’uscita della stessa da TEAM, della quale la società pubblica in questione detiene una partecipazione minoritaria del 49%. Ha poi deliberato, coi voti della sola maggioranza, nel suo ultimo Consiglio comunale (di martedì 28 gennaio) un atto di indirizzo rivolto a SABB perché dia seguito a tale dismissione.

La ragione è nota, TEAM ha presentato un progetto di discarica di cemento–amianto localizzata in Treviglio, ex Cava della Vaiata, nonostante il Comune di Treviglio sia fermamente contrario e ritenga illogico che una società, sia pur indirettamente, partecipata persegua un obiettivo contrario alle indicazioni del Comune. La situazione è anzi degenerata al punto tale che è in corso più di un contenzioso legale.

Al d là di dove debba essere collocata la discarica che pur ci dovrà essere, atteso che quel rifiuto da smaltire c’è e per legge deve essere smaltito in loco, sicuramente non fuori dal territorio regionale, la situazione che si è venuta a determinare con la delibera del Consiglio comunale di Treviglio (e degli altri Comuni qualora ne seguissero l’esempio) è profondamente sbagliata e rischiosa.

Si potrebbe infatti registrare un arricchimento di TEAM allorché venisse comunque autorizzata dalla Regione la discarica in contenzioso, nonostante i pareri contrari degli Enti locali (non solo Treviglio, ma anche Casirate e Calvenzano). La società terrebbe intieramente per sé i profitti d’impresa e determinerebbe da sé, senza controllo pubblico, le condizioni e le modalità di smaltimento.

Per Treviglio poi si tratta di un boomerang, avendo il suo territorio quasi un milione di metri quadrati di buchi (in tre cave in esercizio, via Bergamo e via Pontirolo, + una dimessa) che, in assenza di qualsiasi convenzione con il Comune – cosa che il sottoscritto ha sollecitato a risolvere mediante stipula di accordi sulla destinazione ex post, prevedendo sin d’ora l’utilizzo di dette aree, ad esempio in via Bergamo per scopi sportivi) il che la rende vulnerabile qualora chiunque avente interesse dovesse presentare in Regione una domanda di utilizzo di detti buchi a discarica, di cui ci fosse un giustificato e urgente bisogno, si sa che le emergenze sono cicliche.

L’errore dei Comuni soci SABB è madornale. Essi hanno deciso o stanno decidendo di interrompere una felice intuizione che li vedeva protagoniste su due fronti:

  1. la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, ovvero la raccolta, il riciclo/trattamento e lo smaltimento consente economie e certezze di buona esecuzione ed è stata ritenuta dal legislatore la modalità necessaria da svolgersi in ambiti ottimali, come quello provinciale ad evitare il peregrinare dei rifiuti sul territorio non solo nazionale, e in ciò mutuando la felice esperienza del ciclo dell’acqua, gestito integralmente dall’adduzione al collettamento, dalla depurazione al rilascio negli alvei fluviali, nell’ambito ottimale della Provincia. La responsabilizzazione dei Comuni ad andare oltre la gestione della semplice raccolta dei rifiuti e ad impegnarsi anche nello smaltimento è scelta strategica conforme a logica oltre che a legge e li sottrae al vorace monopolio degli smaltitori privati, sin qui privilegiati da una politica che dell’interesse pubblico si è sempre fatta un baffo; La SABB, per rimanere in alveo, ha avuto il suo momento di gloria quando ha gestito direttamente lo smaltimento nelle discariche ed ancora di più quando, superata tale metodologia, ha progettato un suo impianto di trattamento e valorizzazione con produzione di energia, peccato che la Provincia ne abbia bocciato il progetto preferendo autorizzare l’impianto privato di Dalmine;
  2. la gestione pubblica dei rifiuti – la politica non è cambiata ed al pubblico si continua a preferire il privato e, nel nostro caso, al compromesso di una gestione mista pubblico/privato si è preferito mollare la difficile impresa e cedere la partecipazione ai privati.

Quando il livello di civiltà sarà più maturo è certo si faranno passi in direzione opposta, l’acquisto da parte del pubblico delle partecipazioni e degli impianti privati, la regia della delicata materia nelle mani che saranno più solide degli Enti pubblici.

Luigi Minuti

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