L’altra sera, durante un’ottima cena che mi ha spinto a fare spionaggio industriale (di ricette), a domanda, mi sono messa a spiegare la geopolitica trevigliese. Con risultati inattesi. Vedevo lo straniamento meravigliato sulla faccia dei miei interlocutori, uno abituato a leggere le cronache della Bundestag, del Bundesrat e di tutte quelle istituzioni che cominciano con Bund, come la Bundesliga. L’altro, pratico di UE, OCSE, BCE ecc. ecc. Insomma, due tizi abituati a orientarsi in situazioni complesse, ma evidentemente leggibili. Invece, al sentir le dislocazioni trevigliesi, si sono fatti gli occhi a spirale, come sir Biss quando incanta il principe Giovanni nel Robin Hood di Disney.
Perché? Perché oggettivamente è un casino orientarsi. Adesso vi disegno la mappa, così ve ne rendete conto.
Cominciamo dal Sindaco. A che formazione fa riferimento? Chiedono i miei interlocutori. Bella domanda. Ma cosa rispondere? Nato come AN, arriva al seggio sindacale di Treviglio con il PDL. Che poi si spacca in due tronconi: Forza Italia e Nuovo Centro Destra. A quale aderisce? A nessuno dei due. Strategia, tattica, confusione, istinto di sopravvivenza o mutuo soccorso? Non si sa.
Quel che resta del PDL si ribattezza: 3 consiglieri su 6 aderiscono a Forza Italia (Pignatelli, Melli e Risi). In realtà la formazione è come nel canottaggio, un 2 con. Che al primo scoglio è diventato un 2 senza, perché il non vogatore Risi va per i fatti suoi. E dove va? A sostenere il Sindaco, sempre e comunque, mentre gli altri due sono “critici”.
I restanti 3 ex PDL (Fumagalli, Cologno e Sghirlanzoni) si riconvertono, mollano i partiti e si reinventano lista col nome “Io Treviglio”. Un po’ esagerati, sia per l’egotismo, sia per la pretesa di essere, in 3, un’intera città. Programma amministrativo: sì a Pezzoni, sempre e comunque. Poi ci sono i 4 della Lega, da sempre obbedienti alla linea editoriale del capogruppo Giussani che, in sintesi, si condensa nel motto: Fi cito che parle me. E, muti alla meta, obbediscono.
Poi c’è la prima fila. Con i tre PD che sono rimasti tali e quali, con la sottoscritta, lista civica dell’ex sindaco Borghi, che lì è rimasta, con Luigi Minuti, portato in Consiglio da tre liste di cui due civiche, che si è iscritto nel frattempo al PD ma però non fa gruppo col PD, e con Federico Merisi portato in Consiglio da quattro liste di cui ogni tanto ci ricorda l’esistenza. E che sono: Italia dei Valori, che nel frattempo si è squagliata, API Alleanza per l’Italia, che aveva poco da squagliare ma si è squagliata lo stesso, la lista civica col suo nome, Insieme con Merisi, di cui non abbiamo più avuto pubblica notizia e infine Treviglio Democratica, concorrente della lista ufficiale PD, i cui maggiori esponenti sono di nuovo ricomparsi nell’attuale PD, senza mai spiegare tuttavia all’affezionato pubblico trevigliese perché il loro progetto alternativo di giungere al ballottaggio al posto del PD sia andato a fondo. A fondo, non a fondo del problema, proprio a fondo e basta.
Alla fine i miei interlocutori, irraccapezzati e irraccapezzabili nonostante avessero tentato uno schema di Risiko per capirci qualcosa, hanno deposto le armi e le forchette, e sono passati col cucchiaio alla mousse di cioccolato. Energia pura e solido ricostituente. Ovvio che sono passati a parlar d’altro.
Che dire? Date queste premesse, chissà che bella campagna elettorale ci sarà nel 2016. All’insegna della chiarezza sicuramente. Chissà che liste. Chissà che piste. Chissà, chissà.
Quanto a noi, bando ai tatticismi e alle listitudini: le cose importanti sono le risorse e i problemi di questa città, e le soluzioni da trovare. Sono questi che ci interessano. Ve lo abbiamo dimostrato in questi anni. Ve lo dimostreremo con i prossimi post. Alla prossima.