La cronaca politica dell’ultima settimana è stata semplicemente stupefacente!
In Ucraina una fragile tregua interrompe una guerra civile in corso che interessa tutta l’Europa; in Libia le bande dell’Isis occupano le principali città costringendo le ambasciate occidentali a chiudere (ultima quella italiana) e attaccano i pozzi di petrolio e gas, molti gestiti dall’ENI, che riforniscono l’Italia; nel canale di Sicilia migliaia di profughi tentano una disperata traversata per fuggire dalla guerra e spesso trovano la morte nel tentativo di fuga, la crisi economica non molla e manda sempre più in crisi gli italiani.
Siamo dunque nel pieno di crisi acutissime e con sbocchi imprevedibili e pericolosi.
Mentre tutto questo avviene, il nostro parlamento discute (meglio si azzuffa) attorno a questioni sicuramente importanti come la riforma costituzionale, ma con una gestione che sembra fatta apposta per allontanare i cittadini dalla politica: come può un cittadino capire un presidente del consiglio che, dopo aver stipulato accordi con un pregiudicato in nome della necessità di avere la più ampia convergenza delle forze politiche sulle grandi riforme, conduce la sua maggioranza ad approvare modifiche della costituzione in un parlamento in cui l’opposizione ha abbandonato l’aula? Come può un cittadino capire che una riforma buona fino al giorno prima per Forza Italia, improvvisamente non lo è più? Come può un cittadino capire che mentre si offrono spettacoli come quelli visti nelle cronache parlamentari in nome della necessità di fare presto, si rimanda di sei mesi la riforma della legge fiscale definita dallo stesso governo urgente per intervenire sulla crisi?
Un cittadino capisce solo che i nostri rappresentanti romani sembravano i passeggeri illustri del Titanic che ballavano e bevevano champagne mentre la nave puntava l’iceberg. Purtroppo su quella nave ci siamo tutti noi.