Rosy Bindi da Presidente della Commissione antimafia dopo aver pubblicato, per conto della Commissione, la famosa “lista degli impresentabili”, si è presa oltre ad una cospicua dose di insulti dal suo Partito (il Partito Democratico), anche una denuncia dall’”impresentabile” De Luca, eletto da poco Presidente della Campania. Rosy Bindi, alcuni giorni fa, si è trovata a decidere se sospendere la pubblicazione ed accontentare un PD silenzioso fino a quel momento, scendendo così a patti con la propria coscienza per difendere l’indifendibile, oppure pubblicare la lista e da combattente quale é, mettersi al servizio della causa della legalità.
De Luca, una vita in politica, dovrebbe essere fra quelli che Renzi definisce “da rottamare”, ma si sa, vengono rottamati solo quelli che non salgono sul carro del vincitore. Il rischio ora è che l’elezione a Presidente della Campania di De Luca “presentabile per il PD” ma ineleggibile per la legge Severino conduca il PD e il Presidente del Consiglio Renzi in un vicolo cieco dovendo, quest’ultimo, far partire la procedura di sospensione della carica.
Un bel problema per un PD che ha votato con convinzione una legge sulla prevenzione e la repressione della corruzione, la cosiddetta “Legge Severino” e che dovrebbe essere coerente nel farla applicare. Vedremo come andrà a finire; certo è che solo la Bindi ha difeso, pagando di persona, con coerenza, ciò che doveva essere una buona prassi politica, cioè non candidare chi è condannato per abuso d’ufficio.