Alfabeto corsaro

Nonostante tutto il resto della città sia immerso nell’atmosfera natalizia cullata da rare zampogne e luci a volontà, nel mondo della politica si respira tutt’altra aria.  Pare carnevale. Totalmente, pienamente, irrimediabilmente carnevale. Almeno a giudicare dai va e vieni di candidature, dai silenzi imbarazzati, dagli annunci che più che promesse paiono minacce: “Tornerò”. “Decideremo dopo il 23”. “Prima definiremo il profilo del candidato-tipo”.
Comunque per adesso, nel quadro del si dice e non si dice, questo si sa, e questo vi racconto.

G come Geromina

C’è una frazione di Treviglio una volta famosa per le manifatture, oggi famosa per le fatture, quelle tipo voodoo che i candidati sindaci si rivolgono l’uno contro l’altro armati. La Geromina è infatti la zona in cui si registra la più alta percentuale di candidati sindaci in pectore che la storia locale ricordi. Va bene che in passato questa frazione non era una zona di residenza pregiata, ma da quando lo sviluppo urbanistico l’ha promossa a quartiere Prati (se non Parioli), è  diventata una piantagione di candidati eccellenti: una esagerazione.

C come candidati

Tra gli aspiranti a vestire la fascia tricolore abitano qui Juri Fabio Imeri, che ha studiato da sindaco per più di quattro anni. Si preparava ad aggiungercene altri cinque, come un qualsiasi buon ripetente in attesa di promozione definitiva, ma oggi si trova lanciato dal Pezzonigate verso più immediati e ambiti traguardi. Poi c’è Basilio Antonino Mangano, ansioso di sostituire l’elmetto giallo con cui si è fatto ritrarre per quattro anni e mezzo da ogni testata (escluso Il Popolo Cattolico, non per mancanza di condiscendente attenzione, ma perché non è a colori) con l’alloro da Primo cittadino. Del resto aspira da tempo, da tanto tempo a giudicare dalla corporatura divenuta nel mentre piuttosto enfiata.

A seguire, è spuntato pure Giuseppe D’Acchioli, altro residente in Geromina, immemore del fatto che non è un bel biglietto da visita l’essere stato Amministratore unico di Sabb in concomitanza con la scoperta (fatta dai consiglieri di minoranza) di un ammanco dalle casse della società di qualcosa come 150.000 euro imputabile al suo uomo di fiducia.

E ci sono pure Erik Molteni,  ex astro nascente del PD, oggi consolidata stella cometa fermamente diretta all’insediamento nella capanna nella speranza di essere recepito come il Nuovo che avanza. Peccato che sia un po’ troppo extra large per la culla destinata ad ospitare il pargolo dopo il quale il mondo e la storia non sono più stati gli stessi.

Che la cometa, nell’opinione comune, sia anche segno di malaugurio, lo sa per esperienza Alberto Vertova, ultimo residente titolato in Geromina, che è stato candidato sindaco dall’alba al tramonto e che oggi è già un ex.

L come Lista

Nel frattempo pullulano gli annunci di liste civiche. Curioso che la maggioranza dei politici sulla piazza si voglia presentare alle elezioni con liste civiche di nuova invenzione, create – accanto a liste civiche “storiche” – solo per evitare di presentarsi sotto simboli di partiti imbarazzanti e che non “tirano” voti, anzi.

Tra queste, una lista cosiddetta di vecchie glorie. Vecchie sicuramente. Glorie, un po’ meno.

E poi, tutto un florilegio di Treviglio con appiccicato qualche pronome: Io Treviglio, Noi per Treviglio. Mancano solo Lui/Lei Treviglio (i Pozzi, titolari dei negozi Pozzi Lui e Pozzi Lei, si potrebbero arrabbiare per furto di brand), Voi ed Essi Treviglio.  Completassero almeno la lista dei pronomi, personali come le liste, sarebbe almeno un servizio alla cultura grammaticale della città.

Alla prossima.

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