Non c’è da ammirare la fantasia ma la impudicizia.
L’ultimo manifesto della Lega Nord a sostegno del suo candidato sindaco riproduce l’elmo e la spada, conservate in Santuario, che il generale Lautrec il 28 febbraio del 1522 depose davanti all’immagine della Madonna in lacrime per l’assedio e le sofferenze inferte a Treviglio durante il terribile assedio dei mercenari dell’esercito francese.
Passare dalla spada sguainata del logo della Lega a quella santificata e a riposo del generale Lautrec fa già ridere di suo.
Ma il bello è lo slogan, con l’affermazione apodittica “Difendiamo i valori. Divulghiamo le tradizioni”.
Quali tradizioni non si sa, però suona bene e quindi ce l’hanno messo.
Sui valori la confusione è ancora maggiore, come in tutti coloro che imbracciano come una clava la croce cristiana per difendere la croce celtica. Le quali croci notoriamente proprio sui valori non vanno per niente d’accordo.
Evidentemente gli strateghi leghisti non hanno ancora imparato a “lasciar stare i santi”.
Quale sarà la prossima mossa?
Un manifesto con Pezzoni vestito da Madonna delle Lacrime? In lacrime per gli attacchi sulla sua candidatura?
Sarebbe troppo, anche perché ci sono lacrime e lacrime. Quelle sante e quelle prosaiche, quelle del pentimento contrito e quelle del pentimento neanche preso in considerazione, quelle del dolore delle vittime vere e quelle del tatticismo e dell’opportunismo.
Lo dice bene un’espressione vernacolare napoletana, che non cito per non essere tacciata di blasfemia e che Montanelli usò in un mirabile corsivo su un uomo politico che allora andava per la maggiore.
Wikipedia, se la si vuol consultare in proposito, è a portata di clic.