La folla e il deserto /1

passeggio serale a CremaBuonasera,
colgo il vostro invito ad inviarvi considerazioni riguardo il vostro articolo su Treviglio deserta.

Il paragone con Crema, se pur legittimo, non vuol dire che Treviglio è vuota e tutti gli altri sono pieni di gente, la mosca bianca è Crema. Lodi, Bergamo, Melzo, Trezzo… città che hanno i nostri stessi abitanti (tranne Bergamo e Lodi) non sono messe meglio di noi.

Treviglio ha vissuto gli anni d’oro 1980-1990, ma solo grazie ai negozianti come i Burini, i Pozzi, la Raffi, i Mazza, i Carsana, che hanno creato movimento con la moda dell’epoca; Crema non esisteva commercialmente parlando. Da li in poi è stata solo discesa, a parte pochi commercianti (i soliti), i quali hanno investito nei loro negozi. Per il resto il nulla totale, tutti seduti sugli allori, amministrazioni e commercianti, ma sopratutto è mancato lo spirito.

Torniamo a Crema: i negozi alla sera non sono aperti come si intende dal vostro articolo; sono aperti i locali, sono loro che attirano il passeggio e sono loro ad essere i primi a fare a gara per essere uno migliore dell’altro. Qui invece, sembra proprio l’opposto.

Non esiste un bar con la B maiuscola, dove all’interno c’è un barista professionista e, se io fossi un barman, non aprirei certamente a Treviglio… Sarei l’unico, vado dove c’è più passaggio.

Questa è una grave pecca di Treviglio: i bar storici non si sono evoluti e chi è arrivato dopo si è sempre accontentato senza mai migliorarsi, l’unica novità è stata il Jammin’ e sappiamo benissimo cosa è successo.

Aprono localini marginali, aperti da inesperti che naturalmente non attirano e chiudono alle 19.30, solo i ristoranti lavorano abbastanza, ma nulla più.

E qui arriviamo ad un’altra realtà, non solo trevigliese (perché tutto il mondo è paese), i cittadini trevigliesi, loro, sono i primi a lamentarsi e boicottare la propria città, lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle. Certo che ognuno è libero di spendere come vuole e dove vuole, ma poi non lamentarti se sei il primo a non sfruttare la tua città. Altra frase trevigliese storica: “Guarda a Crema quanti bar ci sono e a Treviglio no”. Vero, anzi verissimo, ma però non fatelo sotto casa mia (vedi Jammin’).

Adesso arriviamo alle varie amministrazioni e associazioni.

Tutte le amministrazioni comunali, non hanno fatto mai niente perché Treviglio uscisse da questo torpore, non ci vuole molto, bastano delle semplici regole e piccoli cambiamenti, ho fatto parte del consiglio dell’associazione Botteghe Città di Treviglio, posso assicurarvi che non è certo incentivante per un commerciante aprire un locale sulla nostra piazza, quando poi ha le mani legate da regolamenti comunali vecchi come Mario Cudéga e che non rispecchiano lontanamente i canoni commerciali odierni, a partire con l’utilizzo del plateatico, la zonizzazione acustica, la possibilità di fare musica all’interno del proprio locale, tutto vietato per anni da anni, solo ora piccoli spiragli, ma nulla più e comunque non cambia niente.

Viaggio, spesso per lavoro e per diletto, vedo cose che se un barman dovesse presentare la stessa domanda a Treviglio, chiamerebbero l’esorcista e, non vado lontano, basta guardare a Caravaggio.

Le associazioni sono bloccate da loro stesse, i commercianti che criticano gli stessi commercianti che si fanno in quattro cercando di inventare soluzioni nuove, anziché darsi la mano e andare avanti tutti, si boicottano, nessuno che pensa oltre alla propria soglia, non pensa per la città, ma solo per se stesso, della serie, l’unione fa la forza ma solo per gli altri.

Tanto per farvi un esempio, questo Natale, l’unico Babbo Natale in giro per Treviglio è stato pagato da un singolo negoziante. Ne ha goduto la città, per quel poco che un Babbo può fare. Le luminarie sono state pagate da pochissimi. Quindi, come si può far ripartire una situazione quando gli operatori commerciali sono più vecchi dei loro nonni e non pensano che certe azioni servono al lustro della città e non solo al cassetto?

Quindi, perché Treviglio è deserta?

Perché, a parte pochissimi casi, tutto è bloccato da una mentalità vecchia di amministrazioni, associazioni, commercianti e cittadini, che vuole, ma non dà nulla in cambio.

O cambia la mentalità di tutti o questa città diventerà una città dormitorio satellite di Milano, e ci stiamo arrivando.

Cordiali saluti.

(e–mail firmata)

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