Baslini: il punto

Partiamo dal 27 febbraio 2013: Habita, la società che ha acquistato l’area Baslini, firma la convenzione urbanistica relativa al Piano Integrato (P.I.I.) adottato nel novembre 2012. Il piano prevede in pratica la costruzione di un nuovo quartiere (80.000 mq. tra residenziale e terziario) previa bonifica dell’area che ha ospitato per decenni la omonima industria chimica.

La convenzione prevede come corrispettivo per il Comune di Treviglio la costruzione di una palestra di circa 1000 mq su terreno comunale vicino al PalaFacchetti, una palazzina polifunzionale per uffici, la bretella di collegamento con la via del Bosco e la formazione di uno svincolo rotatoria. A garanzia sono presentate due fideiussioni bancarie.

Profittando dell’occasione offerta dal Decreto legge cosiddetto Sblocca Italia del 2014, Habita chiede di prorogare di tre anni la convenzione.

I tre anni sono scaduti il 26 febbraio 2016.

Nel frattempo, Habita è stata destinataria di tre provvedimenti, tra solleciti e diffide, perché non procede ai lavori di bonifica e viene richiamata dai tecnici dell’Ufficio Ambiente alla manutenzione della barriera idraulica a valle del sito Baslini, cioè dei 10 pozzi che pescano l’acqua inquinata della falda per riversarla nei riali di superficie.

Sempre nel frattempo, si apre un contenzioso con l’Ufficio Tributi a proposito di Ici 2008 non corrisposta come dovuto: vengono reclamati dal Comune 186.000 euro. Una quisquilia rispetto alle decine di milioni dei costi di acquisizione dell’area e della bonifica, ma quanto basta a confermare che la società qualche problema grosso lo ha.

Facciamo il punto sui singoli punti.

·      Habita è ferma. Diversamente da quanto di volta in volta ha promesso e mai finora mantenuto, non ha avuto a tutt’oggi dalle banche i finanziamenti necessari alla bonifica e alla edificazione. Quindi niente costruzioni, ma nemmeno niente bonifica del sito.

·      La proroga della convenzione è scaduta. Questo significa che dal 27 febbraio dovrebbe scattare il conto alla rovescia e Habita sarebbe tenuta a realizzare quanto stabilito: presentare il progetto definitivo della palestra entro sei mesi e realizzarlo entro 18 mesi ecc. ecc. Nel frattempo il Comune si è fatto carico in proprio del collegamento con Via del Bosco e dello svincolo della rotatoria con la presumibile idea di rivalersi sulla fideiussione. Che non c’è più.

·      Le fideiussioni presentate da Habita infatti si sono rivelate una chimera: entrambe le società (PRAEDIAFIN S.c.a.r.l.  e COFINTRADE s.c.p.A.) sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Roma, l’una il 18 febbraio 2013 – quindi era già fallita prima della stipula della convenzione che avrebbe dovuto garantire – l’altra nel 2015. Quindi le fideiussioni sono carta straccia, tanto che il Dirigente arch. Assolari ha chiesto ad Habita di presentare nuove fideiussioni a garanzia della convenzione. Con quale scadenza non lo sappiamo.

·      L’assenza di fideiussioni metterebbe in crisi la validità della convenzione urbanistica che, in quanto contratto tra due parti, non parrebbe tuttavia legata al fatto che il PII venga attuato: questione da approfondire in termini giuridici per poter operare di conseguenza.

·      La barriera idraulica tuttora funziona a mezzo servizio e pesca dalla falda molta meno acqua inquinata di quella che dovrebbe emungere. Parliamo di acqua inquinata da arsenico, nichel, vanadio, tricloroetano, tricloroetilene e altro.

·      Da circa un anno non vengono più trasmessi i risultati delle analisi sui prelievi dalla falda sottostante, anche questi a carico di Habita, il che può far lecitamente dubitare che siano effettuati.

Uno scenario, come si vede, gravido di nuvole oscure. In campagna elettorale fioccano le idee che notoriamente sono gratis e non costano nulla (espropriamo l’area e facciamo la bonifica, rivolgiamoci alla Regione, facciamoci un parco, facciamoci lo stadio, facciamoci ecc. ecc.).

L’unica certezza è che il paesaggio lunare che si presenta a chi entra in Treviglio dalla Bergamina rimarrà così ancora per molto: al palo come la bonifica. E questo è un problema che meriterebbe il concorso di tutti.

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