Lavoro nero, illegalità, corruzione (nella bassa Bergamasca)

amici-di-libera-logoVenerdì 30 novembre il gruppo “Amici di Libera” di Caravaggio ha organizzato una serata sul tema”Lavoro nero, illegalità, corruzione (nella bassa Bergamasca)”, interrogando direttamente la Guardia di finanza e la Direzione territoriale del lavoro.

Ha introdotto la serata don Franco, che ha fatto notare come lottare per la legalità vuol dire cercare di far trionfare la giustizia. E come la giustizia sia un sinonimo di uguaglianza. Ecco ci stiamo accorgendo di come non sia più una priorità diminuire la disuguaglianza.

Il primo intervento lo fa Emanuele Chedera, capitano della oompagnia della GdF di Treviglio, che comprende ben 52 Comuni. Con l’aiuto di alcune slide illustra i compiti, la struttura della GdF e le principali aree d’intervento, che vanno dalla fiscalità (controllo delle entrate) alla repressione delle frodi; dal controllo delle uscite (spesa pubblica e comunitaria) al contrasto dello sfruttamento dei lavoratori; dalla sicurezza del mercato (contraffazione) al controllo delle dogane e di Internet. La GdF nasce infatti come corpo che protegge i confini. Ora con lo spazio comunitario senza frontiere si parla di vigilanza dinamica all’interno del Paese. Inoltre: lotta al traffico degli stupefacenti, tutela dell’ambiente e repressione dei reati ambientali, il 117 per avvicinare il cittadino.

Per quanto riguarda l’azione, l’arma vincente è l’aggressione dei patrimoni: il regime detentivo non spaventa più.

Chi delinque mette in conto di passare qualche tempo in prigione. Se si sequestrano i patrimoni si dà un duro colpo alla criminalità.

Ora alcuni dati. Nei primi dieci mesi del 2012 la GdF di Treviglio ha compiuto: 310 verifiche, 803 controlli, 4533 controlli strumentali (ricevute); scoperti oltre € 400.000 evasi, € 60.000 di IVA evasa, € 5.000 di IVA non versata, 88 evasori totali, 83 lavoratori in nero, € 108.000 di beni equivalenti sequestrati a seguito di un procedimento penale, 61 soggetti ignoti al SSN.

Per quanto riguarda la criminalità organizzata: 142 soggetti che hanno utilizzato contante sopra la soglia consentita, 3 soggetti per riciclaggio, confiscate 2 unità immobiliari per un valore di € 80.000. 57 soggetti per bancarotta fraudolenta di cui 7 in stato di arresto, 47 arresti per droga.

Poi è stata la volta del dott. Pellegrino Sorzillo, direttore della Direzione territoriale del lavoro. Quella che prima era Direzione provinciale del lavoro e prima ancora era l’Ispettorato del lavoro. I compiti di questa struttura sono sostanzialmente le ispezioni, la gestione dei conflitti del lavoro, il rilascio delle autorizzazioni. I reati che perseguono, al contrario di quelli di cui si occupa la GdF, non sono penali e vengono puniti con sanzioni amministrative.

Negli ultimi 10 mesi sono state eseguite 1455 ispezioni in senso tecnico (lavoro illegale), non sono incluse quelle a patronati e controlli amministrativi. La gran parte riguarda irregolarità del rapporto di lavoro. Il controllo della sicurezza sul lavoro dal 1980 è passato alle ASL. Alla DTL è rimasta la competenza della verifica sui cantieri edili. La DTL ha un nucleo di Carabinieri al proprio interno che può accompagnarli durante le ispezioni per questioni di sicurezza: questo in realtà avviene più al sud dove in cantiere è meglio andarci accompagnati. Qui non è così. Qui i Carabinieri sono utilizzati per fare ispezioni in modo generale.

Hanno scoperto 272 lavoratori in nero, € 13.000.000 di imponibile non riscosso. Attraverso verbali vari sono stati riscossi € 1.311.000 (ci siamo ripagati lo stipendio, sottolinea sorridendo il dott. Sorzillo!).

Poi è entrato nel dettaglio del lavoro nero, spiegando come non sia assolutamente conveniente per il datore di lavoro contare sulle probabilità di essere scoperto. Si rischia una sanzione che va da € 155 ai 1200 più € 150 per ogni giornata di lavoro in nero.

Dal 1997 è legale la somministrazione di manodopera, ma solo se fatta da un’agenzia autorizzata.

Altro problema è controllare l’orario di lavoro: è difficile farlo rispettare. È più facile rilevare il mancato riposo. Si lavora molto sugli autotrasportatori controllando i cronotachigrafi.

A questo punto sono state poste alcune domande riguardanti la prevenzione, la qualità degli strumenti che lo Stato mette a disposizione, se esiste ancora la pratica delle “dimissioni in bianco”.

Entrambi i relatori concordano che la prevenzione è importante. Il capitano Chedera rileva che la GdF la prevenzione la fa con i controlli, che non deve diventare repressione. Per quanto riguarda gli strumenti, sempre Chedera dice che gli strumenti ci sono, ma non sempre si ottiene l’effetto sperato; per la DTL è meglio seguire le devianze maggiori: altrimenti per seguire tutto non si segue niente.

Entrambi non notano un aumento del numero dei reati negli ultimi anni: la crisi ha espulso i soggetti più deboli.

Si trova sempre meno il “lavoro grigio”, ad esempio gli straordinari fuori busta. Aumentano sempre più i mancati pagamenti, tante maternità non pagate. È tutto in regola, solo che le aziende non pagano più. Il fenomeno delle dimissioni in bianco non è per niente usuale: capita più spesso il caso in cui il lavoratore dice: “Mi sono dimesso, ma in realtà mi hanno licenziato, e non percepisco la disoccupazione”. Ci sono piuttosto problemi al rientro della maternità, con l’orario di lavoro, con l’allattamento.

L’ultima domanda riguardava il rischio dell’infiltrazione della criminalità organizzata nelle grandi opere dalla BreBeMi in poi. Entrambi concordano che bisogna cambiare approccio, ogni intervento va filtrato da controlli preventivi, bisogna mantenere un livello altissimo di attenzione.

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